Superato anche l’ultimo buco della cintura Si buttò senza freni su frutta e verdura Ma allo spasso delle arterie e del cuore Si opponeva un costante pessimo umore Così comprò le bretelle e buttò la cintura
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Mala sorte
Si portava dentro buio e confusioneCome capita a quelle personeA cui è toccata una mala sorteUn quaderno con le righe storte Dentro un fosso fino alla morte
Superstizienza
Né di venere, né di marte non si sposa né si parte,Questa immortale sentenzaBrilla per la sua scemenzaMa c’è chi confonde superstizione e scienza
Memoria fugit
Lucciola lucciola vien da me Ti darò vesti da da re Tutto il resto l’ho dimenticato Scappato come molto altro passato Mi piacerebbe sapere dove è andato
La vestale
Da vera vestale della memoria Della famiglia conservava la storia Ad oggetti e cimeli di un passato Ormai svanito e dimenticato Restituiva momenti di gloria
Lento pede
Per le strade d’inverno d’estate lungo il marePer star bene gli bastava camminareDelle vetrine dei negozi della genteNon gliene importava un bel nienteLa compagnia dei suoi pensieri gli era sufficiente
Acqua ghiacciata
Niente di più che acqua e saponeTutti i giorni e in ogni stagioneMa lavarsi il muso nell’acqua ghiacciataGli faceva una rabbia esagerata Così in famiglia diventò lo sporcaccione
Cielo stellato
Il vecchio Saturno sembrava imbronciatoL’ultima volta che l’ho guardatoNon so se la luna fosse serenaPerché quella notte mi voltava la schienaUmori e misteri del cielo stellato
Rosso come una brace
Con una lunga mano insanguinata Ad un ramo restava avvinghiata Per contrastare il grosso rapace Crudele e rosso come una brace Che per un piede l’aveva artigliata Il disegno è stato fatto da Margot sulla tovaglia della pizzeria durante il pranzo il primo novembre 2019, catturato con il telefonino e rielaborato con il computer
In strada
Quando distratto in televisione Guardava due squadre giocare al pallone Pensava ai lontani giorni d’estate Quando giocavano su strade assolate Usando per porta un solo portone
Pappagallo sogna
Sopra un esile tralcio di vite da vinoC’erano una scimmietta è un pappagallinoIl grosso uccello sognava di mangiareMentre la scimmietta lo stava a guardareMa per entrambi non c’era nulla da pappare Il disegnino è stato fatto da Margot al ristorante in attesa dei piatti
Il grillo parlante
Nascosto nella frangia di un tappeto volante Un attempato e stanco grillo parlante Ormai satollo del suo frusto sentenziare Per rifarsi una vita voleva viaggiare E una buona volta tacere e ascoltare