Tancredi Falconeri, nipote e pupillo del Principe di Salina.

Suo padre, che aveva sposato la sorella di Don Fabrizio, aveva sperperato quasi tutto il suo patrimonio e poi era morto. Successivamente morì anche la madre, così all'età di 14 anni, Tancredi rimase orfano e il Re conferì al Principe la tutela del nipote. A 21 anni Tancredi è un giovane dal volto magro, dagli occhi azzurro-grigio, dalla voce leggermente nasale che porta una carica di brio giovanile.
Il giovane Falconeri è un ragazzo dal temperamento frivolo, a momenti interrotto da improvvise crisi di serietà; è descritto come un giovane dalla condotta poco esemplare; mostra simpatie per i liberali che a quel tempo si organizzavano segretamente.
E' un ragazzo intelligente che fa uso dell'arte di accattivarsi il favore del popolo per meglio dominarlo ed è capace dei più gustosi giochi di parole.
Si pensa che il personaggio di Tancredi Falconeri possa essere stato ispirato da Corrado Valguarnera, l'unico patrizio palermitano che seguì i Mille. Infatti Tancredi si distingue subito da tutti gli altri protagonisti che ruotano attorno a Don Fabrizio, per la sua decisione di schierarsi tra i garibaldini, pur appartenendo all'aristocrazia palermitana. Il giovane spiega di voler partire perché teme di venire imprigionato al primo scoppio di un'insurrezione, tuttavia il vero motivo è un altro: lui stesso dice che "se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi". Tancredi ha capito che la rovina più grande per gli aristocratici non è la conquista dei Savoia, ma la caduta della monarchia e l'instaurazione della repubblica, che verrebbe accompagnata da un profondo cambiamento sociale. Per questo motivo decide di partecipare al movimento rivoluzionario. In breve tempo Tancredi viene promosso, anzi "creato capitano sul campo", e il giovane ottiene una licenza di un mese grazie alla quale parte con gli zii per Donnafugata. In questo paesino si innamora della bella Angelica Sedara, dimenticando i sentimenti che provava per la cara cugina Concetta. Tancredi riparte dopo pochi giorni per l'esercito. Quando scrive allo zio per chiedergli di domandare la mano di Angelica, si comporta con presuntuosa sicurezza di sé, considerando già accettato, da Angelica, il suo desiderio. Da questo momento in poi, Tancredi sembra divenire un bravo ragazzo legato ad Angelica da profondo amore e non particolarmente preoccupato della classe sociale a cui appartiene la sua futura moglie.
Tancredi dà molte gioie a Don Fabrizio in quanto è dotato di un carattere che incarna l'ideale del Principe: è affettuoso, beffardo ("e nelle persone del carattere e della classe di don Fabrizio le facoltà di essere divertiti costituisce i quattro quinti dell'affetto"), intelligente, adattabile. Don Fabrizio, rivedendo il passato, capisce che Tancredi fa parte dell'attivo della sua vita, anche grazie alla sua ironia unita alla comprensione, che sono il segno di una superiorità d'ingegno e di una capacità di aristocratico distacco.