E' fra le autorità che accolgono la famiglia Salina all'ingresso del
paese. Vi è senza alcun diritto, ma vi è andato ugualmente
quale amico e compagno di caccia di Don Fabrizio. Durante una di queste battute
di caccia il principe gli richiede come abbia votato per il Plebiscito. La
domanda lo coglie di sorpresa, ma dopo un momento di smarrimento con astuzia
paesana fa notare che la richiesta è inutile, poiché a Donnafugata
tutti hanno votato "sì", come hanno dimostrato i risultati delle
votazioni. Dopo le nuove insistenze di Don Fabrizio, egli ammette di aver
votato "no" per un debito di riconoscenza. Infatti era stata la Regina Isabella,
la spagnola, duchessa di Calabria, a farlo studiare e negli anni di maggior
bisogno quando la madre chiedeva aiuto al Re, riceveva sempre cinque onze.
Però qualcuno ha trasformato il suo "no" in un "sì": "Ero un
fedele suddito, sono diventato un borbonico schifoso" (pag.139).
Il principe, nell'intimo della sua coscienza, è costretto ad ammettere
che don Ciccio Tumeo si è comportato più signorilmente di lui,
provando per la prima volta una specie di ammirazione per l'amico.
Una seconda volta don Ciccio viene sorpreso da una domanda a bruciapelo di
Salina: che cosa si pensa di don Calogero Sedara a Donnafugata? Dopo aver
riferito alcune notizie anche sulla moglie e la figlia del sindaco, per primo
viene a conoscenza dell'imminente matrimonio di Tancredi con Angelica Sedara.
Istintivamente questa volta manifesta la propria disapprovazione: "Questa,
Eccellenza, è una porcheria! Un nipote, quasi un figlio vostro non
doveva sposare la figlia di quelli che sono i vostri nemici e che sempre
vi hanno tirato i piedi. Cercare di sedurla, come credevo io, era un atto
di conquista; così, è una resa senza condizioni. E' la fine
dei Falconeri, e anche dei Salina" (pag.147).
Tumeo subito si pente della propria schiettezza e angosciato desidererebbe
che la terra si aprisse sotto i suoi piedi. La confidenza ricevuta ha però
un prezzo da pagare: al ritorno dalla caccia, per impedirgli di rivelare
la notizia del matrimonio di Tancredi, don Ciccio viene rinchiuso a chiave
nella stanza dei fucili, fino al termine della visita di don Calogero.
Tumeo va di nuovo a caccia col principe il mattino della partenza di Chevalley
da Donnafugata. Assieme accompagnano l'inviato alla stazione di posta e don
Ciccio " portava sulle spalle il doppio peso dei due fucili, il suo e quello
di don Fabrizio, e dentro di sé la bile delle proprie virtù
conculcate" (pag.218).