ANALISI STILISTICA

Abbiamo analizzato in particolare i seguenti elementi: la struttura, le antitesi, la lingua, l'ironia, le metafore, l'uso della parentesi.

La caratteristica più evidente della struttura del libro è il fatto che i singoli episodi sono inseriti nel contesto in modo tale da creare uno svolgimento che non procede in linea retta, ma si snoda invece per continue alternanze in un gioco dialettico di tesi-antitesi, di cui i due capitoli finali si possono ritenere la sintesi.
Nel corso della storia scarsi sono i fatti concreti che avvengono nella realtà esterna. Lo svolgimento vario, complesso, spesso addirittura drammatico, è tutto interiore, nel succedersi dei contrastanti stati d' animo che un uomo può assumere, nelle diverse situazioni che la vita presenta, di fronte alla realtà e al problema dell'esistenza. Quella del Gattopardo è dunque una struttura che si snoda per antitesi nella struttura come nel linguaggio.
La ragione di questo si spiega col complesso atteggiamento dell'autore nei riguardi della sua materia che si può definire come quello di colui che si sforza di guardare senza emozioni una realtà che lo turba e lo fa soffrire, dominando gli elementi disordinati che ne sono alla base in modo limpido ed armonico. Lampedusa è riuscito dunque ad esprimere la sua dolente visione delle cose non attraverso un monotono e sempre ripetuto lamento sull'infelicità della condizione umana, ma attraverso il quadro complesso di una realtà che, nel continuo succedersi di amarezze-rasserenamenti, presenta, anche nell'assenza di una giustificazione finale, un suo particolare equilibrio.
Dal romanzo esce un quadro della realtà che abbraccia tutte le condizioni dell'esistenza, così come Tomasi la concepisce, da quella della giovinezza a quella della maturità con il diverso modo di sentire e concepire la vita che ogni età comporta. Con la vecchiaia e con la morte il quadro, che si era aperto con la descrizione di una maturità ancora estremamente vitale e di una giovinezza fiorente, si conclude, racchiudendo in sè quell'esperienza di tutta una vita, che all'autore stava a cuore di esprimere.

Passando all' analisi stilistica si osserva che uno dei tratti caratteristici della prosa del romanzo è ancora una volta proprio l'antitesi [footnote 1], che ritorna con frequenza, pur subendo alcune variazioni e gradazioni. Se dal particolare stilistico cerchiamo di risalire all'etimo psicologico, alla radice che sta nell'animo dell'autore, l'uso delle antitesi permette di aprire uno spiraglio sul particolare modo di sentire di Lampedusa. Questa scelta stilistica è omologa alla visione delle cose del narratore, diviso tra elementi contrastanti e sentimenti opposti, che raramente raggiungono una sintesi conclusiva.

Elemento interessante del Gattopardo è la lingua, molto composita e complessa che ne rende la prosa sconcertante ad un primo esame critico. Quello usato da Lampedusa è quindi un vocabolario eterogeneo che permette di cogliere i più diversi aspetti della realtà gattopardesca, alla rappresentazione della quale non potevano adattarsi termini esclusivamente aulici oppure soltanto realistici. Facendo un elenco dei termini che colpiscono più facilmente l'attenzione, perchè non usuali, ci troviamo anzitutto di fronte ad una lingua di vocaboli aulici[footnote 2], letterari e ovviamente antiquati . D'altra parte è possibile trovare nel testo un tipo di espressioni e vocaboli di natura completamente diversa, vocaboli volgari[footnote 3] derivati dalla lingua parlata.
Sempre a proposito della lingua è possibile commentare il tono neutro e impersonale delle brevi frasi di commento che consentono all'autore di porsi in qualunque momento al di fuori della vicenda per darne una valutazione intellettuale e perciò di ristabilire immediatamente il distacco tra se stesso e la materia trattata. E' frequente ad esempio in tutto il libro il richiamarsi di Lampedusa a massime generali[footnote 4] e norme di vita, enunciate come valide per tutti e ricordate con tono obiettivo.

Il romanzo è intessuto da una fitta rete di similitudini, analogie, metafore[footnote 5]; questo tipo di scrittura serve a mascherare l'implicito, che il lettore attento pero' percepisce da vari segnali: lo si vede a proposito del colloquio con Chevalley, in cui le loro parole servono a mascherare qualcosa che è inconfessabile. Un altro esempio di metafore è costituito dalle immagini femminili e dal linguaggio amoroso con il quale si rivolge alla morte: il corteggiamento di questa non è disgiunto dal corteggiamento della vita, come dimostra il sensualismo lampedusiano che si manifesta non solo nell'attenzione alla donna e all'amore, ma anche nel gusto per i colori, odori e sapori.

L'ironia[footnote 6] è uno dei tratti salienti dello stile di Lampedusa. Nel romanzo lo stile ironico è pressochè costante, l'autore del Gattopardo esprime la propria superiore consapevolezza attraverso il distacco, che si manifesta in un amaro sorriso dinanzi alle ipocrisie e alle illusioni, piccole e grandi dei personaggi.

Un altro accorgimento stilistico che Tomasi usa per dialogare con il lettore e dare la sua valutazione intellettuale delle vicende, è l'uso particolare che egli fa della parentesi[footnote 7], attraverso la quale spiega la realtà vera delle cose. Il tono da lui usato è spesso quello del giudice onnisciente che ha con i personaggi gli stessi rapporti che legano la creatura al creatore.

Footnotes

1. l'antitesi è usata per contrapporre idee o elementi divergenti che, messi in contatto con il loro opposto, acquistano maggiore efficacia e maggiore risalto. Ne abbiamo numerosi esempi in tutto il libro, come "silenzio atono o stridore esasperato di voci isteriche", oppure come "la Principessa tese la mano infantile e carezzò la potente zampaccia che riposava sulla tavola", "cinque enormi dita sfiorarono la minuscola scatola cranica di lei". Lampedusa si serve poi dell'antitesi per contrapporre, evidenziandoli meglio, termini distinti, ma anche per definire elementi opposti, ma compresenti nella stessa realtà che egli si sofferma a descrivere, sia essa il paesaggio siciliano, il Palazzo reale o quello di famiglia. Un esempio: "si percorrevano sale di architettura magnifica e di mobilio stomachevole", che si riferisce al passo nel quale Lampedusa descrive le numerose udienze che Ferdinando II gli aveva concesso in passato. Un altro esempio: la descrizione del giardino di villa Salina. In questo caso la tecnica è quella dell'antitesi sostantivo - aggettivo: il giardino è macerato; le rose sono degenerate, arse, mutate in cavoli color carne, oscene.Tra sensualità e morte sembra esistere un rapporto di necessità.

2. esempio di questi vocaboli potrebbe essere "le parole rigavano l'atmosfera lunare della camera chiusa, rosse come torce iraconde", oppure "il pugnale del rimpianto infitto nel cuore", "la semioscurità glauca della stanza" ecc.

3. esempi possono essere "schifosissimo rospo", "sputando continuamente per lo schifo", "il Principe gli spiaccicò una spalla con una manata", "pisciata di mulo", "era una porcata che vendicava un'altra porcata."

4. "Questi pensieri erano sgradevoli, come tutti quelli che ci fanno comprendere le cose troppo tardi.", "il Principe si seccò, tanto geloso è l'orgoglio di classe anche nel momento in cui traligna", "il fidanzato aveva già insegnato ad Angelica l'impassibilità, questo fondamento della distinzione", ecc.

5. A proposito del colloquio con Chevalley, si possono ricordare la metafora del sonno e quella degli dei a definire la sicilianità: "Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare..."; "Vengono per insegnarci le buone creanze ma non lo potranno fare, perché noi siamo dei".
Di metafore è ricco in particolare il capitolo sulla morte del Principe: l'acqua è un'immagine ricorrente, un simbolo ambiguo che significa vita e morte, nascita e regressione, indica per i protagonisti l'avvicinarsi della fine e l'illusione di ricostruirsi altrove in una dimensione di libertà.

6. Alcuni esempi: "Le ragazze, questi esseri incomprensibili per i quali il ballo è una festa e non un dovere mondano"; "attribuire ad altri la propria infelicità (...) è l'ultimo ingannevole filtro dei disperati...".
Nei confronti dei grandi problemi del tempo (Borboni o Savoia, monarchia o repubblica) l'ironia, aggiunta allo scetticismo di fondo, tende a banalizzare gli eventi in corso e le trasformazioni in atto: lo stesso tricolore si riduce ad un "segnacolo geometrico", "accozzaglia di colori stridenti", "scimmittatura" della bandiera francese.

7. esempi potrebbero essere: "Tutti gli altri (Tancredi compreso, rincresce dirlo) manifestarono il loro sollievo..."; "quindi la rivelazione di questa possibile relazione galante (che era del resto inesistente) le causò un attacco del più assurdo tra i flagelli, quello della gelosia retrospettiva"; "l'impulso di lussuria atavica (che poi non era del tutto lussuria, ma anche atteggiamento sensuale della pigrizia) fu brutale a tal punto da far arrossire il civilizzatissimo gentiluomo"; "i siciliani (di allora).." ecc.